La nascita dello snowboard
Lo snowboard è considerato tra i più seguiti e praticati tra gli sport minori o meglio emergenti. Al contrario di quanto si possa pensare, non è una tipologia di sport giovanissimo, in quanto veniva praticato già nel corso degli anni sessanta da un numero piuttosto importante di appassionati statunitensi.
L’invenzione della tavola e dello stesso snowboard, come spesso accade, è stata piuttosto casuale e involontaria: l’ingegnere Sherman Popper, noto inventore, decise di creare una sorta di monosci per far divertire i propri figli lungo le discese in maniera quanto più possibile sicura . L’ingegnere notò però, che i figli lo utilizzavano con una tecnica che li vedeva proporre il proprio corpo in posizione trasversale rispetto alla linea del monosci. Questo gli ricordò in maniera evidente la tecnica che sono soliti utilizzare i surfisti quando cavalcano le onde e perciò decise di chiamare quella prima rudimentale tavola da snowboard, snurfer (snow + surfer).
Nel corso degli anni ottanta furono diversi i progettisti che cercarono di rendere lo snurfer più performante con l’obiettivo di renderlo più manovrabile. La rivoluzione avvenne grazie all’intuizione di Jack Burton Carpenter, che capì che occorreva prendere spunto dagli scii. Furono inserite alcune modiche sullo snurfer che consentirono all’atleta aveva il controllo massimo e completo della tavola, consentendo discese dove solitamente potevano avventurarsi soltanto sciatori.
Da quel momento in poi il movimento dello snowboard è cresciuto a dismisura arrivando ad essere inserito come disciplina olimpica nel 1998 sia per quanto concerne i maschi che per le donne.
Tra l’altro, l’evoluzione tecnica ha consentito che si creassero diverse specialità di snowboard, anche se gli stili sono riconducibili principalmente a due tipologie ed ossia il freestyle nel quale l’atleta deve dare sfoggio della sua tecnica con virtuosismi e il freeride ed ossia il discendere una pista seguendo il percorso che si vuole nel minor tempo possibile.