Perché quest’anno non fare le vacanze in bici? Ma dove andare? Ecco alcuni suggerimenti per scoprire l’Italia in sella!

05_01_cicloturismo04La Ciclovia Adriatica
Quasi un Giro d’Italia ma senza maglia rosa: 1.300 km, attraversando sette regioni, da Trieste a Santa Maria di Leuca, il punto più meridionale della Puglia. Data la lunghezza del percorso le condizioni sono molto varie, la maggior parte scorre su strade secondarie, ma non sono rari i tratti lungo la trafficatissima SS16, la Statale Adriatica, e molti chilometri di bella pista ciclabile, soprattutto in Abruzzo. Da Trieste si va in direzione Monfalcone, dove si entra nella pianura veneto-friulana, da qui attraversando Isonzo, Tagliamento e Piave si arriva in vista della laguna veneta per giungere a Chioggia. In Emilia Romagna inizia la lunga successione di lidi, deviazione per la meritevole Ravenna e poi ancora Adriatico sulla Riviera. Da queste parti inoltre iniziano a essere più frequenti le piste ciclabili, soprattutto dalla seconda parte della sezione marchigiana, da Porto Recanati a Porto d’Ascoli, e in Abruzzo. Entrati in Puglia, si è di fronte a una scelta. Nel primo tratto infatti ci sono due possibilità: o si rimane lungo l’Adriatico attorno al Gargano, oppure si bypassa lo sperone d’Italia ricollegandosi al percorso principale nelle vicinanze di Manfredonia. Usciti dal Gargano si affrontano gli ultimi 350km circa di questa Ciclovia Adriatica in gran parte su strade secondarie di campagna, fino alla mèta, Santa Maria di Leuca.

Ciclabile Mincio e Po
Dal lago al mare: un lungo viaggio su pista ciclabile che collega il Lago di Garda all’Adriatico pedalando lungo il Mincio e il Po tra splendide città d’arte – Mantova e Ferrara – e paesaggi da cartolina. La ciclabile che parte da Peschiera del Garda offre la possibilità di numerose deviazioni per cogliere le emergenze naturalistiche e storiche delle colline moreniche fino a Mantova. Dal Lungolago si prosegue in direzione Bagnolo San Vito, sede del parco Acheologico del Forcello, si sale sull’argine in Sinistra Mincio verso Governolo, dove finalmente si incontra il Po presso la “conca” di navigazione. Dopo aver passato Ostiglia, Revere e Sermide si entra nell’Oltrepò mantovano fino a Stellata di Bondeno dove inizia il territorio della provincia di Ferrara e la ciclovia sull’argine prende il nome di Destra Po. Oltrepassato il Panaro si arriva al centro di Bondeno dove si può imboccare il Percorso ciclopedonale del Burana fino a Ferrara, oppure seguendo l’argine del Panaro e del Po ci si dirige direttamente verso il mare. Il fiume scorre ampio fino alla biforcazione, chiamata Porta del Delta: un ramo piega a nord verso Venezia e uno corre verso sud, il Po di Goro. Segui quest’ultimo percorso in direzione Mesola, e quindi per Goro e Gorino, da dove seguendo un percorso che attraversa il Boscone della Mesola si arriva alla magnifica abbazia di Pomposa e da qui alla stazione ferroviaria di Codigoro.

05_01_cicloturismo03Riviera dei Fiori
Pedalare lungo la riviera dei fiori senza rischiare la vita dell’intasata Aurelia è un progetto in corso d’opera iniziato nel 2008 con la bonifica della vecchia linea ferroviaria trasformata in pista ciclabile. Il progetto completo prevede una pista ciclabile a doppio senso di marcia lunga 60 chilometri, di cui ne è stata realizzata circa la metà, da San Lorenzo a Mare a Sanremo. L’avanzamento dei lavori procede e presto si conta di collegare anche Ospedaletti, a 5 chilometri da Sanremo in direzione Ventimiglia. La ciclabile presenta standard decisamente nordeuropei: due ampie carreggiate, una per ogni senso di marcia, segnaletica sull’asfalto e verticale di supporto, panchine, aree di sosta e rifornimento di acqua e cibo e diversi negozi che noleggiano biciclette. Il fondo asfaltato e pianeggiante la rendono adatta anche ai cicloturisti meno esperti. Circa ogni 350 metri è possibile lasciare il percorso per visitare uno dei pittoreschi comuni attraversati dall’itinerario oppure accedere alle spiagge.

Pista ciclabile dell’Arno
Dalla sorgente a Marina di Pisa, sul Tirreno, per circa 220 km di paesaggi toscani, fra colline, campagne e città d’arte costeggiando l’Arno. Anche questo itinerario è in corso d’opera dato che solo nel 2012 sono iniziati i lavori per collegare tratti di piste ciclabili già esistenti e costruirne di nuovi, e ad oggi non c’è ancora un percorso ufficiale. La ciclabile dell’Arno è completamente in leggera discesa, quindi adatta anche ai principianti o alle famiglie con bambini. Si parte da Stia, e si passano via via Poppi, Bibbiena, Castelnuovo, per sbucare nella piana di Arezzo. Si pedala per qualche chilometro nella riserva naturale regionale Ponte a Buriano e Penna, che circonda l’invaso di La Penna, e la riserva della Valle dell’Inferno. A 120 km dalla partenza si giunge a Firenze dove termina il tratto in discesa e si entra in pianura. Passata Empoli ci si dirige verso Pisa e quindi a Marina di Pisa, nello splendido Parco Regionale di San Rossore.

05_01_cicloturismo02

Pista Ciclabile delle Dolomiti
Quale miglior modo di attraversare il più celebre gruppo montuoso delle Alpi oggi tutelato dall’UNESCO se non la bici? Si tratta di un itinerario di circa 60 km, quasi tutto su pista ciclopedonale su sede separata, che per i primi 45 km sale in modo costante ma leggero, con una pendenza media intorno al 3%, per poi scollinare a Cimabanche per gli ultimi 15 km di discesa. La pista ciclabile ha le sue origini più recenti nell’itinerario seguito da una linea ferroviaria costruita durante gli anni della Grande Guerra che collegava Calalzo di Cadore a Dobbiaco, dismessa a partire dagli anni Sessanta. Fra il 2003 e il 2009 la ciclabile è stata inaugurata a tratti, ricavandola dal sedime ferroviario, mantenendo ponti e gallerie dell’epoca. Si parte da Calalzo di Cadore, lungo la riva dell’omonimo lago, per passare poi a Pieve di Cadore e San Vito di Cadore. Gradualmente si entra nella valle del Boite, torrente affluente del Piave per arrivare a Cortina d’Ampezzo e quindi a Cimabanche dove si scollina, cominciando a scendere. La pista ciclabile qui diventa sterrata, ma il fondo è comunque ben compatto. L’ultimo tratto si svolge all’ombra delle Tre Cime di Lavaredo fino alla chiusura a Dobbiaco. D’estate è possibile usufruire del servizio Bike’n’bus, caricando la propria bici su un autobus attrezzato.

Prima di partire per le tue sgambate in bici attraverso l’Italia sottoscrivi una polizza Multisport qui per viaggiare più sereno.