Domenica gli azzurri chiudono a Roma il Sei Nazioni contro il temibile Galles, avvicinati all’incontro con alcune piccole curiosità su questo sport da gentlemen.

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La palla ovale

La forma “schiacciata” del pallone deriva, così sembra, dalla sagoma oblunga delle vesciche di maiale. Una volta pulite, le interiora venivano gonfiate d’aria e poi ricoperte di cuoio ottenendo palloni allungati facili da afferrare, ma dai rimbalzi imprevedibili, particolare apprezzato per rendere il gioco più avvincente e difficile.

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Gli All Blacks

Il mito dei “tutti neri” neozelandesi, la mitica squadra dell’emisfero australe è nato per un banale refuso tipografico. Leggenda vuole che nel 1905 il XV neozelandese giunse per una lunga e trionfale tournée in Europa. Durante una corrispondenza da Parigi, un giornalista inglese – colpito dalla loro dinamicità e velocità – scrisse che i giocatori sembravano “tutti trequarti” (all backs, in inglese), più dinamici e veloci degli avanti, più pesanti e lenti. Ma un ignoto tipografo pensò a un refuso e aggiunse una «L», dando vita al soprannome con il quale gli All Blacks sono celebri ancora oggi.

rugby world cup 2011 NEW ZEALAND ARGENTINA

Simboli floreali (e non)

Se i neozelandesi hanno una felce, gli inglesi portano sul petto la rosa rossa dei Lancaster, gli scozzesi il cardo e gli irlandesi il trifoglio. Dall’altra parte del Mondo vanno forti gli animali: i sudafricani hanno lo springbok, e gli australiani il tradizionale canguro. A questi vanno aggiunti i “pumas” argentini ma anche questa definizione nasce da un errore giornalistico: il puma argentino in realtà è un giaguaro.

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Irlanda

La squadra verde rappresenta tutta l’isola: il rugby è infatti l’unico sport in cui non ci sono due rappresentative, una per l’Eire, e l’altra per l’Ulster. In realtà a Belfast la nazionale la vedono di rado e l’ultimo test match, peraltro con l’Italia in campo, nello stadio di Ravenhill è stato giocato nel 2007, dopo 53 anni dall’ultima sfida internazionale. Dal 1995 prima delle partite ufficiali viene suonato l’Ireland’s Call, che non è l’inno nazionale ma è stato appositamente composto per il rugby, per sottolineare che la nazionale “unica” d’Irlanda travalica i confini politici. Oggi l’Irlanda gioca nel nuovo Aviva Stadium, sorto sulle macerie della storica “casa” del XV del trifoglio, Lansdowne Road. Negli anni tra la demolizione e la ricostruzione l’Irlanda ha giocato a Croke Park, sede degli sport gaelici, e luogo sacro per via della “Bloody Sunday” del 1920 quando soldati inglesi entrarono sul terreno di gioco durante una partita di calcio gaelico e spararono indiscriminatamente sulla folla, uccidendo 13 spettatori e un giocatore.

Punteggio

I punteggi assegnati a mete, trasformazioni e calci piazzati sono cambiati spesso nella storia del rugby: all’inzio i calci tra i pali (drop, ovvero calci di rimbalzo, e punizioni) valevano 3 punti più della meta (1 punto soltanto) Poi, gradualmente, il peso della meta nell’assegnazione dei punti è salito sempre più, prima fino a 4 punti (più 2 punti di trasformazione) e 5 oggi (per non consentire a una squadra di fare con due calci gli stessi punti che si fanno con meta e trasformazione). Il punto da cui calciare la trasformazione viene scelto dal calciatore in base a dove il pallone è stato schiacciato in meta e si può anche calciare in movimento, con un drop, anche se non sono molti i giocatori che ne approfittano.

Se anche tu sei affascinato da questo sport, duro ma leale, non dimenticare che è uno sport di contatto e che gli infortuni possono essere molto frequenti. Prima di scendere in campo sottoscrivi qui una polizza Multisport e gioca tranquillo!