Esci dai sentieri più battuti e vivi tutta l’adrenalina che può regalarti questa disciplina sportiva che ti permette di esplorare la vera montagna, nuda ed essenziale. Ecco qualche indicazione su cos’è e come iniziare questa disciplina complessa caratterizzata sia da un aspetto fisico motorio che da un’importante componente psicologica.
Cos’è
Possiamo definire l’arrampicata come la salita di un ostacolo: una parete rocciosa, naturale espressione e terreno preferito su cui l’arrampicata si è sviluppata in tutte le sue forme, un sasso, un pannello artificiale o una qualsiasi struttura urbana. Il percorso effettuato durante un’arrampicata viene detta via d’arrampicata. Con questo termine si indicano tutte quelle discipline sportive discendenti dell’alpinismo nate a partire dagli anni settanta. La differenza tra l’alpinismo classico sta nel fine ultimo, non più (o non solo) l’ascensione di una montagna (per vie tracciate o nuove), ma il raggiungimento del puro divertimento o la competizione sportiva, anche lontano da ambienti montani, su vie dove le protezioni sono normalmente già presenti, ponendo enfasi sulle abilità ginniche. Una prima distinzione di base si fa tra arrampicata libera e artificiale, dove vengono utilizzati aiuti artificiali per compiere la scalata. Un’altra distinzione è tra le diverse specialità di arrampicata in funzione dell’ambito in cui si svolge: su roccia, risalendo pareti rocciose in ambiente naturale (falesie); su ghiaccio, risalendo ghiacciai e/o cascate gelate; su terreno misto, caratterizzata dalla presenza di due o più tipologie di terreno da affrontare come ghiaccio e roccia; indoor, in palestre attrezzate con pannelli artificiali.
Storia
L’alpinismo eroico degli esordi si basava sul pensiero comune che la vetta dovesse essere raggiunta ad ogni costo e infatti tutte le più importanti vette delle Alpi erano state conquistate con l’ausilio di scale, bastoni, picchetti, corde. Il primo a evidenziare il problema etico dell’arrampicata libera fu Paul Preuss all’inizio del XX secolo. Preuss riteneva più importante lo stile di salita che il raggiungimento della vetta e questo “integralismo” lo portò a rinunciare perfino alla corda di assicurazione e gli costò la vita in seguito a una caduta. Questo precursore, insieme ad Albert Frederick Mummery sostenitore dell’importanza di un corretto spirito di salita rispetto alla conquista della cima, non ebbe però seguaci per molti anni a venire. Solo negli anni cinquanta lo statunitense John Gill introdusse alcune tecniche fondamentali nell’arrampicata libera e l’uso della magnesite per favorire la presa mantenendo le mani deterse da sudore. E negli Stati Uniti si ebbe una buona diffusione dell’arrampicata libera grazie all’abbondanza di pareti di granito e la possibilità di scalare su vie con appigli solidi a differenza delle pareti calcaree più friabili. Dall’altra parte dell’Oceano nello stesso periodo alcuni isolati pionieri operarono in Inghilterra, Germania e Italia, spinti dalla differenza di affrontare una parete progredendo grazie ai chiodi piuttosto che affidarsi solo al proprio corpo. Ma la vera spinta arrivò sempre dagli Stati Uniti negli anni ’60-’70 grazie al lavoro di Ron Kauk, Peter Croft e Peter Livesey, e al loro stile di vita hippy e isolato dal mondo. Le immagini delle imprese degli scalatori suscitarono reazioni contrastanti in Europa: gli alpinisti classici erano increduli mentre alcuni giovani scalatori provarono ad emulare i colleghi statunitensi sulle varie pareti granitiche adatte. Una “polemica” che non si è mai spenta del tutto.
Come iniziare
Arrampicare in falesia è uno sport sicuro, a patto però che si conoscano bene le manovre e i materiali e si abbia una forte consapevolezza di sè e dei propri limiti per non mettere in pericolo la propria vita e quella degli altri. Per iniziare è sempre bene seguire un corso per imparare le fondamentali tecniche di assicurazione e i nodi, tenuti dalle Guide Alpine e dagli istruttori CAI in ambiente outdoor, mentre nelle palestre indoor, questo ruolo è ricoperto dagli istruttori federali della FASI. Fondamentale è scegliere il materiale giusto affidandosi a persone esperte e competenti. Il mercato offre tantissime scelte sicure (tutto il materiale è testato e autorizzato) e per tutte le tasche. Secondario è l’aspetto estetico dell’abbigliamento, che verrà col tempo e seguirà i propri interessi e le proprie esigenze. Più importante è investire all’inizio nei corsi e nelle uscite per impratichirsi e migliorare la tecnica. Importante, infatti, dopo il corso “farsi il giro“, iniziare a girare le falesie, scalare su diversi tipi di roccia e conoscere zona nuove. L’arrampicata regala tanto: fa incontrare gente, conoscere posti nuovi e vivere molte esperienze. Il divertimento e gli aspetti sociali sono la parte più importante di questo sport. Non ci sono vette da conquistare, altezza da raggiungere, metri da fare, punti da segnare: si arrampica per stare, con rispetto, in mezzo alla natura insieme ai propri amici, per condividere esperienze e soddisfazioni, e ogni piccolo miglioramento sarà un proprio successo personale.
Tecnica e allenamento
Nell’arrampicata lo sforzo fisico è discontinuo, alternato da movimenti morbidi di resistenza a movimenti più dinamici di forza. La tecnica e l’allenamento in arrampicata sono qualcosa di molto più complesso del semplice “saper usare mani e piedi”, i fattori in gioco sono: sviluppo muscolare e tendineo, conformazione fisica, coordinamento motorio, equilibrio fisico e mentale. Dato l’ambiente in cui si svolge, il grado di pericolosità, le sensazioni che mette in moto è molto importante proprio quest’ultimo aspetto e osservare la prima buona regola generale: mantieni la calma. Prima di ogni sessione di arrampicata fai un po’ di riscaldamento e soprattutto non fare movimenti troppo duri. Meglio procedere gradualmente e con calma, piuttosto che procurarsi tendiniti e dover rimanere fermi per mesi. La prima volta che ti muovi sulla parete applichi lo schema motorio base dell’arrampicata, lo stesso che utilizzi per esempio per salire una scala a pioli molto verticale, o quando provi a salire su un albero. Questo schema motorio però non è sufficiente, occorre ristrutturarlo disimparando e imparando nuovamente da zero per usare tutto il corpo, braccia, gambe, mani, piedi, busto, bacino. Inoltre mani e piedi si utilizzano in più modi: per esempio i piedi non solo si appoggiano, ma possono anche agganciare di tallone o di dorso anche perchè le pareti presentano un’infinita di caratteristiche da affrontare e sfruttare che cambiano sempre, nel giro di pochi metri. Arrampicando decidi cosa muovere e come muoverti; le decisioni le prendi “leggendo la via“, cioè cercando di prevedere il movimento, e trovare la soluzione che porterà il tuo corpo a salire. L’allenamento sarà maggiormente concentrato sulle braccia che sono le prime a stancarsi, quindi sarà importante abituarsi da subito a lavorare il più possibile a braccia distese, cercando quegli appigli che permettono di tenere questa posizione più rilassante. Le gambe servono per spingere e salire, evita quando puoi di “tirarti su” solo sulle braccia. Bisogna inoltre ottimizzare l’appoggio del piede tenendo i talloni bassi e appoggiando esclusivamente l’avampiede, lasciandolo sempre libero di ruotare a destra e sinistra facendo perno sulla punta. Infine, nella progressione è fondamentale muoversi con movimenti economici a livello energetico. Meno forza sprechi e più a lungo puoi rimanere in parete. La distribuzione dell’equilibrio gioca un ruolo importantissimo, quindi ricorda di usare il bacino per far cadere il baricentro all’interno dei piedi, o in ogni caso per scaricare il maggior peso possibile sui piedi. La posizione fondamentale per usare correttamente il peso e il baricentro è chiamata “triangolo“.
Attrezzatura e Materiali
Sono due gli acquisti che devi fare per l’arrampicata: scarpette e imbraco, a cui aggiungere eventualmente una corda se il tuo compagno non ce l’ha o comprarla con lui. Le scarpette sono fondamentali per avere sensibilità nei piedi sugli appoggi, sia su roccia che su pannello. In commercio ci sono tantissimi modelli: ballerine, a lacci o velcro, dai più versatili (all-around) a quelli più specifici per placca, strapiombo o indoor. Differiscono molto anche per prezzo. Le scarpette devono fasciare bene il piede, all’interno non ci devono essere spazi vuoti. L’imbraco, chiamato solitamente “imbrago” o “imbragatura” permette, in caso di caduta dell’arrampicatore, di mantenere una posizione corretta e soprattutto di ripartire la forza di arresto in diversi punti: cosciali e vita. In questo modo l’arresto è meno traumatico per il corpo e la schiena. E’ importante acquistarlo proporzionato alla propria corporatura, quindi non troppo stretto e non troppo largo. Nel momento dell’acquisto è consigliato provarlo in sospensione. Le corde utilizzate in arrampicata sono dinamiche, ovvero hanno un fattore di elasticità che in caso di caduta permette un arresto non traumatico dell’arrampicatore. I tipi in commercio differiscono per lunghezza e dimensione del diametro. La lunghezza varia dai 60mt, 70mt e più, mentre per quanto riguarda il diametro bisogna considerare con quale strumento assicuratore verrà utilizzata; per esempio il gri-gri è certificato per corde con diametro minimo 10mm quindi utilizzare una corda più piccola significa rischiare che non blocchi in caso di caduta. Si consiglia di acquistare anche uno strumento di bloccaggio per fermare la caduta e in tal caso tenere in sospensione il compagno di salita. Ne esistono di vari tipi – “auto bloccanti”, “semi bloccanti” e assicuratori “non bloccanti” – da scegliere in base all’uso che ne intendi fare e all’ambiente dove andrai ad arrampicare. Per la sicurezza poi è importante comprare anche un caschetto che deve calzare bene la testa e non deve essere largo.
Queste sono solo alcune indicazioni per iniziare a praticare questa disciplina divertente, appagante, emozionante, che ti permette di vivere la montagna in modo unico. Abbiamo visto come la sicurezza qui sia fondamentale, e quindi è ancora più importante sottoscrivere qui una polizza Multisport!