Il kitesurfing (o kitesurf o kiteboarding) è uno sport acquatico, di recente invenzione), nato come variante del surf; consiste nel farsi trainare da un aquilone (kite in inglese), che usa il vento come propulsore e che viene manovrato attraverso una barra di controllo, collegata al kite da sottili cavi di dyneema o spectra detti linee, lunghi tra i 22 e i 27 m. Si pratica con una tavola ai piedi con la quale si “plana” sull’acqua.
Da ottobre 2008, il Kitesurf è ufficializzato da ISAF come il mezzo mosso dal vento più veloce del pianeta, con oltre 55kts di velocità media su 500m di percorso; il kitesurf è anche il mezzo più veloce in ogni andatura dal lasco alla bolina. Si ritiene che ci siano ancora ampi margini di evoluzione in ambito tecnico, con possibile ulteriore aumento delle velocità e limiti raggiungibili.
Rispetto al windsurf, disciplina quest’ultima decisamente più difficile e faticosa, la caratteristica che ha agevolato l’espansione del kitesurf negli ultimi anni in maniera così massiccia, oltre alla praticità dell’attrezzatura, è proprio la facilità e rapidità con cui si può imparare a planare ed, in seguito, a compiere salti ed evoluzioni aeree. Tali caratteristiche hanno fortemente ampliato il numero dei praticanti, in quanto lì dove il windsurf richiede notevoli doti tecniche e atletiche, il kitesurf ha permesso, anche ad una platea di soggetti meno preparati in tal senso, di cimentarsi in condizioni meteomarine impegnative.
Storia
L’elemento primario di questo sport (il kite o aquilone) veniva già usato centinaia di anni fà in vari settori: in Cina, già nel 1200, era impiegato per trainare oggetti o persone, mentre in occidente, nella prima metà del 1800, veniva usato per scopi bellici, come dall’inglese Samuel Cody, che lo usava per mandare in volo un osservatore.
Successivamente grazie ad una serie di ricerche aerospaziali fatte da Francis Rogallo e Domino Jalbert, l’evoluzione dell’aquilone arrivò al punto di usarlo come mezzo di trasporto, arrivando al concetto moderno di aquilone (deltaplano e parapendio) e dando vita al PowerKiting, aquilonismo da trazione.
Tra le prime esperienze “sportive” si possono citare le grandiose e faticose imprese su neve e ghiaccio dei fratelli Mesner, Reinold e Guber, che per attraversare enormi distanze in Groenlandia e in Polo Nord usarono appunto aquiloni da traino.
Bisognerà però aspettare gli anni ’70 per poter individuare qualcosa di più simile a quello che oggi intendiamo come kitesurf, mentre negli anni ’80 abbiamo le prime apparizioni propriamente sportive: nel 1983, occasionalmente in acque australiane, sconosciuti individui si lasciavano trainare dal vento usando rudimentali aquiloni e sci nautici ai piedi.
Nel corso degli anni ’80 l’aquilonismo da trazione cominciò ad essere applicato agli sci, allo skate, alle canoe, a qualsiasi cosa rotolasse o scivolasse su terra o in acqua. Nuovi sport, come il buggying e il kitesailing, videro la luce negli anni ’90 grazie al contributo e alle ricerche di molti, tra cui il neozelandese Peter Lynn. Nel 1982 il francese Rolad Le Bail, modificando il rig di un windsurf, brevettò BirdSail, che permetteva salti più alti e più lunghi; mentre nei primi anni ’90 i fratelli Corey e Bill Roeseler di Seattle brevettarono il Kiteski, un grande aquilone acrobatico a delta a 2 cavi, fornito di barra con avvolgicavo a molla che ne permetteva il recupero e il rilancio dall’acqua.
Ma fu grazie ai fratelli francesi Bruno e Dominique Legaignoux, dopo una lunga ricerca cominciata nei primi anni ’80 e culminata con il brevetto del WInd Powered Inflatable Kite Aircraft (WI.P.I.K.A.) che l’aquilonismo da trazione in acqua divenne sul finire degli anni ’90 più sicuro, praticabile ed accessibile.
Nel 1999 ci furono la vera rivoluzione e il boom di questo sport, grazie all’interesse di grandi aziende che iniziarono a credere nel kitesurfing e a finanziarlo. Dal 1999 ad oggi l’incremento di questa disciplina sportiva è stato impressionante mutando da curiosità a notizia, con un conseguente interessamento di media e network e un aumento massiccio di appassionati: solo in Italia, nel 2008, erano già 8000.
Il Kiitesurfing è uno sport giovane e appassionante, ma può essere anche molto pericoloso! Assicura te e chi ti sta intorno con un polizza multisport.